Quando è necessario l'apparecchio dentale?

L’ortodonzia è una specializzazione dell’odontoiatria che ha lo scopo di prevenire, eliminare o attenuare una cattiva chiusura dei denti, detta ‘malocclusione’, mantenendo o riportando la masticazione e il profilo facciale nella posizione più corretta possibile.

QUALI POSSONO ESSERE LE CAUSE DI UNA MALOCCLUSIONE?

Una malocclusione può essere dovuta ad una posizione dei denti non corretta, ad uno sviluppo anomalo dello scheletro facciale (mascella e mandibola) o ad un’alterata funzione della muscolatura masticatoria, e può essere influenzata da fattori ereditari (trasmessi dai genitori ai figli) e da fattori ambientali.

QUALI SONO I PIÙ COMUNI FATTORI AMBIENTALI CHE POSSONO CAUSARE UNA MALOCCLUSIONE?

I più comuni fattori ambientali che possono determinare una malocclusione sono:

– le cosiddette ‘abitudini viziate’ (succhiamento del dito, uso del ciuccio)

– la respirazione attraverso la bocca (causata dall’ingrossamento delle adenoidi o delle tonsille, o da allergie)

– l’uso anormale della lingua (posizione e deglutizione non corrette)

– la perdita precoce dei denti da latte (a differenza di quanto si crede comunemente, i denti da latte sono fondamentali per la corretta crescita dei permanenti. Bisogna fare attenzione a salvaguardarli fino a quando non cadano spontaneamente. I denti da latte vanno, perciò, curati con le stesse attenzioni di quelli permanenti)

– la perdita dei denti permanenti (negli adulti la perdita precoce di denti permanenti determina un’importante alterazione delle dinamiche masticatorie)

– un trauma che abbia determinato fratture delle ossa facciali o la perdita di denti.

A CHE ETÀ È PIÙ INDICATO UN TRATTAMENTO ORTODONTICO?

Il trattamento ortodontico può essere effettuato sia nei bambini che negli adulti.

Mentre è possibile ‘spostare’ i denti a tutte le età, si può agire sullo sviluppo dello scheletro facciale solo nei soggetti in fase di crescita. Per modificare lo scheletro in persone adulte, bisogna quindi ricorrere alla chirurgia oppure effettuare un trattamento di compenso mediante l’utilizzo di un apparecchio ortodontico (detto ‘camouflage’).

COME SI FA A VALUTARE LA NECESSITÀ O MENO DI UN TRATTAMENTO ORTODONTICO?

La procedura di valutazione di un caso ortodontico richiede una serie di appuntamenti specifici, proprio perché una corretta diagnosi è fondamentale per decidere il piano di trattamento.

Nella prima visita, della durata di circa 30 minuti, verrà stabilito:

  • se vi sia o meno la necessità di un trattamento ortodontico;
  • quali siano la natura e l’entità del problema presente;
  • quale sia il momento più opportuno per iniziare la terapia.

Qualora si evidenziasse l’utilità di un trattamento ortodontico, verranno programmati altri due appuntamenti:

  • il primo per la raccolta della documentazione ortodontica;
  • il secondo per la presentazione e la discussione del caso.

La raccolta della documentazione ortodontica, che richiede un appuntamento di circa 40 minuti, viene effettuata con lo scopo di approfondire la diagnosi e consiste in:

  • fotografie del viso e della bocca
  • modelli in gesso delle arcate dentarie
  • due radiografie (la ortopanoramica, per verificare la presenza e la posizione dei denti, e la teleradiografia)

La valutazione di tutte le informazioni raccolte prende il nome di “studio del caso” e permette di formulare una diagnosi e un piano di trattamento che Vi verranno presentati, assieme ai tempi e al preventivo di spesa, in occasione del secondo appuntamento che avrà una durata di circa 60 minuti.

Consigliamo la presenza di entrambi i genitori nel caso di pazienti in età pediatrica.

A CHE ETÀ È CONSIGLIABILE FARE UNA PRIMA VISITA ORTODONTICA?

Consigliamo di effettuare una visita ortodontica intorno ai 5-6 anni, quando è possibile rilevare precocemente le problematiche presenti. A questa età poco importa se i denti sono storti, quello che interessa è che tutti i denti permanenti abbiano lo spazio per uscire e che lo scheletro cresca nel modo più armonico possibile. L’ortodonzia intercettiva si prefigge infatti di intercettare e risolvere le problematiche relative allo sviluppo che, se non corrette presto, possono diventare non correggibili in età adulta.

QUALI SONO GLI APPARECCHI CHE SI UTILIZZANO PER UN TRATTAMENTO ORTODONTICO?

Gli apparecchi ortodontici possono essere suddivisi in mobili e fissi. Vi spieghiamo le differenze.

L’apparecchio mobile agisce sia sulle posizioni dei denti che sulla crescita scheletrica, correggendo la malocclusione, e può essere messo e tolto durante il giorno a seconda delle prescrizioni ricevute. Con questo tipo di apparecchio possono essere trattati solo disallineamenti di lieve entità. Esso viene principalmente utilizzato in ortodonzia intercettiva per modificare abitudini sbagliate e comportamenti scorretti durante l’età dello sviluppo, e per stimolare la crescita facciale.

Il più comune apparecchio mobile è costituito da una placca di resina con ganci metallici.

L’apparecchio fisso cura i disallineamenti più complessi, spostando i denti nella direzione voluta, e può essere rimosso solo dal medico. Esso consiste di attacchi, generalmente metallici, che vengono incollati direttamente sulla superficie dei denti. Ogni attacco presenta una fessura orizzontale nella quale viene inserito un filo metallico, detto arco, che può essere attivato o sostituito durante le visite di controllo. L’arco viene mantenuto all’interno degli attacchi grazie ad apposite legature elastiche o metalliche. Vi possono essere inoltre altre componenti quali molle, catenelle ed elastici per ottenere specifici movimenti.

Accanto a questi apparecchi tradizionali, esistono apparecchi che non alterano l’estetica del sorriso (ortodonzia invisibile) e che allineano i denti utilizzando:

  • attacchi in ceramica o in composito, che si avvicinano al colore naturale dei denti; oppure
  • attacchi incollati sulla superficie dei denti rivolta verso la lingua (ortodonzia linguale), anziché sulla superficie esposta al sorriso; oppure
  • sottili mascherine in plastica trasparente (del tipo Invisalign) da applicare sulle arcate dentarie.

La scelta dell’apparecchio da utilizzare dipende dal tipo di malocclusione, dal trattamento previsto e dalle esigenze estetiche del paziente durante il trattamento.

QUANDO È NECESSARIO RICORRERE ALL’APPARECCHIO FISSO?

Talvolta la terapia ortodontica precoce riesce a migliorare ma non a risolvere completamente la situazione. Sarà necessario quindi programmare una cura di ortodonzia classica che si effettua in genere a partire dai dodici anni, in presenza di tutti i denti permanenti, e che si prefigge di correggere le alterazioni dentali e scheletriche utilizzando un apparecchio fisso in entrambe le arcate.

L’ortodonzia classica viene eseguita anche nei pazienti adulti, senza limiti di età, per allineare i denti, e talvolta prima di applicare una protesi. Vi è una sola controindicazione: la presenza di parodontite (piorrea) in fase attiva.

PERCHÉ ALCUNI BAMBINI DEVONO METTERE L’APPARECCHIO A 6 ANNI ED ALTRI PIÙ AVANTI?

La situazione di ciascun bambino è differente, e il momento più adatto per mettere l’apparecchio dipende dalla specifica condizione clinica di ciascuno.

È possibile che un bambino:

  • abbia bisogno di un trattamento intercettivo ma non abbia bisogno di un trattamento classico, se lo scheletro facciale è cresciuto in modo armonico e i denti sono in posizione corretta; oppure
  • abbia bisogno sia di un trattamento intercettivo sia di un trattamento classico, per stimolare ulteriormente la crescita scheletrica e allineare i denti; oppure
  • non abbia bisogno di un trattamento intercettivo ma abbia bisogno di un trattamento classico, per allineare i denti.

E’ NECESSARIO TOGLIERE DEI DENTI PRIMA DI UN TRATTAMENTO ORTODONTICO?

A seconda del tipo di malocclusione, lo specialista può a volte ritenere necessaria l’estrazione di un dente o di alcuni denti che ostacolano l’allineamento degli altri o la corretta posizione dento-facciale.

Nel caso di sovraffollamento dentale, ad esempio, è necessario creare dello spazio per poter allineare i denti. Se l’affollamento è grave e non è possibile ottenere spazio in altro modo (espandendo il palato, inclinando i denti verso l’esterno e in avanti, o riducendo lievemente la dimensione dei denti), bisogna ricorrere alle estrazioni. Di norma, in una dentatura completa le estrazioni sono simmetriche e riguardano principalmente i premolari, che sono i denti più prossimi a quelli anteriori interessati solitamente dall’affollamento.

Le estrazioni sono necessarie anche nel caso in cui i denti sono eccessivamente inclinati verso l’esterno in presenza di morso aperto, e se lo scheletro facciale (mascella e mandibola) presenta uno sviluppo anomalo che la crescita non potrebbe compensare.

VANNO ESTRATTI I DENTI DEL GIUDIZIO?

In passato, si pensava che i denti del giudizio spingessero i denti causando l’affollamento degli incisivi. Ora si sa che questo non è vero. L’affollamento a livello degli incisivi si manifesta infatti anche in soggetti che non hanno i denti del giudizio.

Se i denti del giudizio causano ripetuti episodi di infiammazione gengivale, sono in una posizione che non permette una corretta igiene o potrebbero causare danni ai denti vicini, allora è indicata la loro estrazione. Non è giustificato estrarli per motivi esclusivamente ortodontici.

UN TRATTAMENTO ORTODONTICO È’ DOLOROSO?

È possibile che nei primi giorni dopo l’applicazione dell’apparecchio sia avvertito qualche fastidio, perché la mucosa delle labbra, della lingua e delle guance può irritarsi e i denti sollecitati allo spostamento possono fare un po’ male. Successivamente questi fastidi vanno attenuandosi fino a scomparire e l’apparecchio risulta ben tollerato.

SI DEVONO MODIFICARE LE ABITUDINI ALIMENTARI?

Per tutta la durata del trattamento è consigliato mangiare con un po’ di accortezza. È consigliato evitare cibi appiccicosi (chewing-gum, caramelle gommose, etc.) e cibi estremamente duri e croccanti (torrone, crosta del pane, pop-corn, olive con nocciolo, etc.) che possono favorire il distacco o la rottura dell’apparecchio. Si consiglia anche di evitare i cibi particolarmente filamentosi (prosciutto crudo, arance, verdure cotte, etc.) che possono ‘annodarsi’ all’apparecchio, dare fastidio o rendere difficile la pulizia.

QUALI SONO I RISCHI CORRELATI AD UN TRATTAMENTO ORTODONTICO?

Durante il trattamento, la difficoltà principale è mantenere una corretta igiene orale. La placca può annidarsi più facilmente intorno agli attacchi dell’apparecchio ortodontico e quindi il rischio di carie e problemi gengivali aumenta. E’ importante allora spazzolare i denti dopo ogni pasto e spuntino, meglio se con uno spazzolino apposito per apparecchi (spazzolino ortodontico), ed utilizzare con costanza gli ausili per l’igiene orale che vi vengono indicati (filo interdentale, scovolini, compresse rivelatrici di placca, collutorio al fluoro). Se necessario, verrà aumentato il numero di sedute di igiene professionale effettuata presso lo studio.

I DENTI SI SPOSTERANNO UNA VOLTA RIMOSSO L’APPARECCHIO?

Dal momento che i denti si muovono nell’arco di tutta la vita e che una volta rimosso l’apparecchio ortodontico spesso tendono a tornare nella posizione iniziale, al termine della fase attiva del trattamento si utilizza un apparecchio per il mantenimento del risultato, denominato contenzione. Sulla parete interna dei denti inferiori, tra i due canini, viene applicata una contenzione fissa o splintaggio (un filo sottile di acciaio ortodontico intrecciato), mentre per i denti superiori si utilizza una contenzione mobile (un bite di materiale plastico trasparente) che deve essere mantenuta in posizione di notte e qualche ora al giorno nella fase iniziale.

Il periodo di contenzione dei denti varia molto da caso a caso e in alcuni casi può durare anche a lungo.

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