I Segreti di un’Otturazione Perfetta
La branca che si occupa della carie e del suo trattamento è chiamata Odontoiatria Conservativa. L’obiettivo è rimuovere tutta la carie e il tessuto interessato con il minor sacrificio dentale possibile. Rispetto al passato le attuali tecniche garantiscono maggiore efficacia del risultato e minor invasività.
Fasi operative
Il trattamento di una carie varia in base all’estensione e alla localizzazione della stessa. Possono svilupparsi lesioni cariose su tutte le superfici del dente, sulla superficie masticante degli elementi posteriori (occlusale) di molari o premolari, tra un elemento dentario e quello adiacente (interprossimali), sulle superfici interne (linguali o palatali) o esterne (vestibolari).
Le fasi operative delle otturazioni consistono in:
- Anestesia
- Isolamento del campo operatorio
- Apertura di cavità
- Toelettatura di cavità (eliminazione del tessuto cariato)
- Otturazione (riempimento della cavità)
Anestesia
Il termine “anestesia” deriva dal greco anaisthesìa ossia privazione o assenza di sensibilità, in particolare quella dolorifica. Nell’odontoiatria moderna il controllo del dolore è un elemento fondamentale per il successo operatorio. Nelle lesioni di piccole dimensioni e in trattamenti di prevenzione (come la sigillatura dei solchi) non è necessario l’utilizzo dell’anestetico.
Negli altri casi, l’anestesia deve essere personalizzata e individualizzata in base all’età, alle condizioni di salute generale del paziente, all’area da anestetizzare, nonché alla tipologia e durata del trattamento. Grazie all’anestesia il paziente non sente eventuali effetti fastidiosi o dolorosi legati all’intervento ed è in grado di comunicare col dentista in ogni momento.
Recentemente sono state sviluppate nuove tecniche anestetiche, minimamente invasive e computerizzate, con l’ausilio di aghi sottilissimi. Queste procedure sono ampiamente utilizzate in Clinica del Sorriso e hanno il vantaggio di limitare la quantità di anestetico utilizzato e monitorarlo in modo preciso ed efficace per ogni singolo elemento dentale.
Isolamento del campo operatorio
La diga in gomma rappresenta ad oggi il miglior strumento per ottenere l’isolamento del campo operatorio. Si tratta di un foglio in lattice (sostituibile da un materiale alternativo in caso di allergie) posizionato con un gancetto in prossimità dell’area da trattare.
La diga permette la visione del campo operatorio e il trattamento della lesione, garantisce una migliore visibilità e previene l’accidentale ingestione degli strumenti. Grazie a questo dispositivo il campo operatorio risulta pulito ed asciutto.
Apertura di cavità
L’accesso alla lesione viene eseguito con apposite frese, montate su una turbina. Sulle superfici è presente una patina diamantata che garantisce un taglio preciso e minimale. Questo accesso serve per ispezionare la dentina cariata; una volta compresa l’entità della lesione è quindi possibile estendersi maggiormente.
Toelettatura di cavità (eliminazione del tessuto cariato)
In questa fase si utilizza un differente tipo di frese, caratterizzate da lame e scanalature per rimuovere la dentina cariata che tenderebbe altrimenti ad “impastarsi”. Tutto questo viene eseguito sotto abbondante irrigazione prevenendo così un eccessivo stress pulpare.
Al termine di questa fase si verifica la consistenza del fondo della cavità. Se questo è morbido si tratta di carie, altrimenti è dentina reattiva. Su quest’ultima, una volta rifiniti i margini della nostra preparazione, si può “costruire” la nostra otturazione.
Otturazione
A seconda della localizzazione della carie, la tecnica utilizzata è diversa. Si possono utilizzare ad esempio matrici, ossia “separatori interprossimali”, “guide” per ripristinare la superficie di dente persa a causa della carie, riproducendo i punti di contatto andati perduti.
L’adesione è la chiave di volta dell’otturazione. In questa fase la cavità viene riempita da materiali chiamati “compositi”, ossia resine utilizzate per il ripristino della morfologia e della funzione del dente. L’adesione permette di avere un approccio minimamente invasivo, a patto che si rispettino alcuni criteri fondamentali come il controllo dell’umidità, nonché un’adeguata fase di “mordenzatura” o condizionamento chimico superficiale per alcuni secondi.
La fase finale dell’otturazione prevede quindi il ripristino dell’anatomia dentale danneggiata dalla carie, nel rispetto della morfologia e della salute della polpa dentale e dell’apparato parodontale del paziente.
Successivamente, un adeguato controllo della superficie masticante previene carichi eccessivi sul dente e una corretta lucidatura porta alla stabilità dell’otturazione nel tempo.
