Gli stadi della parodontite o piorrea sono 4 e per ciascuno di essi va previsto un protocollo specifico che è fatto di due tipi di sedute: un gruppo di sedute serve per pulire perfettamente denti e radici senza ricorrere all’anestesia e per insegnare al paziente il corretto sistema di gestire la propria placca, eliminandola.
Quindi ciascuno di questi quattro stadi ha quattro protocolli diversi dicevamo, una parte semplice, preparatoria e poi una parte specifica dove bisogna andare a pulire nella profondità le zone più vicine all’osso e si utilizzano per effettuare questi trattamenti delle metodiche standardizzate che sono le linee guida che la società italiana di parodontologia ci insegna. In alcuni casi può essere utilizzato il laser.
Precisiamo subito che il laser non fa la differenza nella prognosi della malattia a lungo termine, ma aiuta molto a rendere la seduta meno pesante dal punto di vista degli effetti collaterali visto che si dovrà pulire internamente alla gengiva.
Ma per il paziente la cosa importante è ricordare che basterà una semplice anestesia della mucosa, della gengiva e poi il dottore con degli strumenti appositi a mano, rotanti, a ultrasuoni ed eventualmente con il laser, deterge la parte invisibile della radice che è coperta dalla gengiva fino al livello osseo.
Poi esiste un periodo in cui il paziente viene tenuto in osservazione, un periodo che può essere lungo tre mesi circa, durante il quale il paziente viene lasciato solo a gestire la propria malattia, imparando a lavarsi nel modo corretto.
Quindi ritorna a controllo dove si esegue di nuovo un test per vedere come è guarito e dove è guarito e quanto è guarito.
Si fanno le rivalutazioni e li si vede se è il caso di fare la ripresa in alcuni punti o se è il caso di mettere il paziente in mantenimento, oppure addirittura se è idoneo a passare a una fase chirurgica.
Quindi il piano di cura di una parodontite non è né semplice né banale né breve e richiede diversi mesi, in alcuni casi più di un anno. Il paziente deve saperlo che quando parte a combattere contro questa malattia, il suo impegno deve essere notevole e prolungato.
Alla fine il paziente avrà successo se riuscirà ad esercitare quello che noi chiamiamo “il controllo di placca”, cioè sarà in grado da solo di gestirsi perfettamente e di fare in modo che non si accumulino nella bocca mai depositi di placca, perché poi sono alla base della malattia.
Non l’ho detto. Ma la malattia si genera soprattutto per effetto delle tossine batteriche che crescono nei residui alimentari dei nostri pasti.
Se noi togliamo ai batteri la possibilità di nutrirsi, questi assumeranno una carica bassissima e la quantità di tossine nella bocca e in vicinanza alle gengive, sarà minima.
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Serve la chirurgia per trattare la Malattia Parodontale? No. Il trattamento attivo della malattia lo si fa attraverso la Terapia Parodontale Non Chirurgica. Si ricorre alla chirurgia solo in un secondo tempo, dopo aver messo sotto controllo l’infiammazione, per gestire i danni che la malattia ha creato ai tessuti di sostegno dei denti (Gengive e Osso).
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