Il Laser e la terapia della Parodontite
Tra i vari strumenti che si hanno a disposizione per la cura della Parodontite ormai da qualche anno ha preso piede l’utilizzo della laser terapia. In cosa consiste? Per parodontite si intende quella malattia, che interessa i tessuti di sostegno dei denti (osso e gengive).
Determinata dall’infiammazione causata dai batteri, i quali si depositano attorno ai denti sotto forma di placca e di tartaro.
Trattandosi di un’infiammazione di origine batterica, per poter mettere sotto controllo la situazione, è necessario rimuovere lo sporco attraverso un percorso che prende il nome di TERAPIA CAUSALE, cioè una terapia che si pone come obiettivo quello di rimuovere la causa che determina il problema.
Per mettere in atto la Terapia Causale o TERAPIA PARODONTALE NON CHIRURGICA, ci si avvale di vari strumenti che servono a rimuovere i batteri dalla superficie dentale; uno di questi è il LASER.
Il laser è uno strumento in grado di produrre un fascio di luce con una specifica lunghezza d’onda; rispetto alla luce prodotta dalle lampadine ha delle caratteristiche molto particolari che la rendono in grado di interagire con la superficie che colpisce, liberando dell’energia.
In ambito medicale, esistono laser con funzioni molto diverse che vengono classificati in base all’energia sviluppata e alla lunghezza d’onda della luce prodotta; è facilmente intuibile che il laser che si utilizza per trattare i difetti visivi in ambito oculistico, non può essere lo stesso che si utilizza in dermatologia per la rimozione degli inestetismi o in ambito ortopedico per il trattamento dei tessuti ossei.
In odontoiatria quello che trova maggiore applicazione è il laser a diodi. Questo laser attraverso un circuito elettronico e delle lenti è in grado di produrre una luce con una lunghezza d’onda di 980 nm (la luce del sole va dai 400 ai 700 nm) ed è in grado di agire prevalentemente sui tessuti molli e sulla componente batterica.
Nello specifico si sfrutta l’azione antibatterica della luce laser, che con la lunghezza d’onda di 980 nm è in grado di eliminare i batteri, rompendo la membrana di cui sono costituiti.
Inoltre si beneficia anche di un’azione antibatterica indiretta, dovuta all’uso combinato del laser e dell’acqua ossigenata. Questa infatti quando viene attraversata dalla luce laser si scompone producendo acqua e ossigeno singoletto, cioè una forma di ossigeno molto reattiva sia come antibatterico sia come molecola in grado di interagire con i tessuti gengivali e con i meccanismi dell’infiammazione.
Infine la luce laser rende i depositi di tartaro meno tenaci e quindi risulta più facile rimuoverli attraverso gli altri strumenti che si utilizzano durante la seduta di pulizia.
Il trattamento laser rappresenta solo una piccola parte del percorso; è il pezzo di un puzzle che, se utilizzato singolarmente, perde di significato, ma se inserito all’interno del percorso, contribuisce in modo significativo a mettere sotto controllo l’infezione batterica e l’infiammazione.
Il trattamento con il laser viene effettuato contestualmente alle sedute di pulizia profonda e quindi sempre associato all’anestesia locale, per poter rendere la seduta più gradevole.
Non ci sono controindicazioni all’uso del laser, che può essere tranquillamente utilizzato anche nei pazienti portatori di pacemaker o defibrillatore
Sarà il dentista che esegue la diagnosi della parodontite a consigliare il tipo di trattamento necessario e ad indicare per ogni singolo caso se il laser può aiutare a gestire meglio e in modo più completo la malattia.
Se vuoi parlare con la segreteria puoi farlo comodamente telefonando alla Clinica del sorriso di Torreglia (Padova)